Lago della Nasta 2800m - 11 settembre 2011 - (Valle Gesso)


Nel 1960 un aereo tedesco Noratlas militare si schiantò in prossimità della cima Bastione vicino al lago. Purtroppo  In questa immersione non ho potuto rinvenire alcun rottame legato a questo disastro. Per ulteriori informazioni è consigliato leggere il libro "Ali spezzate" dell'amico Sergio Costagli.


Oggi è il mio compleanno e cosa c'è di meglio che festeggiarlo in quota, con Manuela e una bella immersione in un lago alpino?

Preparo l'attrezzatura, lo zaino e alle 9.30 siamo in partenza dal pian della regina alle terme di Valdieri... ci aspettano 1100 m di dislivello per raggiungere il lago della Nasta, il più alto delle Alpi Marittime a 2800 m (Valle Gesso).

La prima tappa è il rifugio Remondino nel vallone di Assedras. Il sentiero, dopo un breve inizio dolce parte subito con delle belle rampe. La fatica è tanta e la vista del rifugio poco dopo la partenza non aiuta la mente. A metà strada però faccio conoscenza con Nanni Villani incuriosito dalle mie esperienze di immersioni all'interno del parco. Scambiare due chiacchiere sembra accorci un po' la strada.

Arriviamo al rifugio e dopo una breve sosta ripartiamo verso la balza di roccia che ci separa dal lago...sarà veramente dura!

Il primo tratto tra sfasciumi di rocce cede il passo ad altri in cui penso di rotolare fino a valle. È molto dura, ma il lago non è distante, se non avessi lo zaino con la bombola e l'attrezzatura sarebbe perfino divertente. La parte difficile sembra passata, ma arrivati su un piccolo pianoro non ci accorgiamo delle tacche rosse che salgono al canalino che porta al lago. Così allunghiamo la strada e dobbiamo fare un bel giro su altre rocce prima di arrivare, ma la vista del lago fa passare tutte le stanchezze.

La Nasta è di origine glaciale ed essendo a 2800 m riceve acqua più che altro dallo scioglimento delle nevi che, a tratti, ancora lo circondano. È un bel lago, molto esteso per la quota in cui si trova...e sotto come sarà? Da fuori si intravvede un tratto poco profondo e poi sembra scenda a picco, ma la visibilità non dà modo di ipotizzare la profondità.

Ormai le guide che parlano di laghi non le ritengo più attendibili visto che il più delle volte le profondità sono totalmente sbagliate. Spero, però, di non essere venuto fin quassù a fare il bagno in tre metri d'acqua!

In ogni caso lo spettacolo è immenso, le cime che mi circondano sono stupende. Cima della Nasta, cima del Baus e il Bastione la fanno da padroni.

Comincio a vestirmi, prima cerco le pietre di zavorra, preparo la bombola con gli erogatori ed indosso la muta. Scivolo in acqua e subito punto al centro del lago. Mi ritrovo in un canalino formato da rocce e la visibilità non è male. Scendo al fondo e mi ritrovo in una distesa di limo, ma in lontananza delle grosse sagome scure sembra mi osservino. Che sorpresa, il profondimetro segna -12 metri, una quota interessante, e la temperatura 12 gradi...direi caldo. Mi dirigo verso le sagome, ma il fondo non è piatto, sembra ci siano una serie di canalini uno vicino all'altro e la quota sale e scende. Le “cose” nere sono nient'altro che enormi pietroni granitici caduti dalle cime che si alzano sul lago...veramente giganti ed interessanti. Non ho notato forme di vite a perte migliaia di piccoli crostacei che io chiamo “punti rossi” per le dimensioni e il colore. Torno verso il centro del lago e sul fondo trovo due chiazze gialle, rotonde, molto estese, di limo. Cosa può essere ad avere colorato di giallo in quel punto il fondale? Presenza di zolfo?

Sono passati 25 minuti e devo riemergere, ma mentre mi porto verso la sponda un altro enorme masso si presenta ai miei occhi. Risalgo su questa parete divertente che si interrompe ad un metro dalla superficie. Immersione finita e mi ritrovo in mezzo al lago sulla roccia!

Vedere le cime da questa posizione è da togliere il fiato. Affascinante immersione in un contesto mozzafiato. Saluto Manu in lontananza e comincio una nuotata verso la riva dove mi cambio velocemente.

Poco dopo iniziamo la discesa per un ripido canalino che, con lo zaino in spalla, sembra ancora più a strapiombo, ma la vista in lontananza del rifugio fa venir meno le difficoltà...ci aspetta un bel pranzetto! Incontriamo uno stambecco che si fa fotografare senza esitazione e, poco dopo, siamo già con le gambe sotto il tavolo a mangiare stuzzichini di salame e formaggio! La cucina del gestore è sempre ottima e dà sollievo ai praticanti della montagna. Dopo esserci ristorati iniziamo la discesa a valle, ma ce la prendiamo comoda, e il tempi sono più lunghi di quelli di salita. Un po' di relax ci vuole e godersi il panorama non fa mai male...slow mountain.

 

Alla prossima

Ale